CONCESSIONI BALNEARI – IL CONSIGLIO DEI MINISTRI PRENDE POSIZIONE (?)

A seguito delle riportate vicende di cui agli articoli precedenti LE CONCESSIONI BALNEARI: COSA E’ SUCCESSO E COSA CAMBIERA’ (LINK), CONCESSIONI BALNEARI – IL CONSIGLIO DI STATO E LE SENTENZE GEMELLE N. 17 E 18 DEL 9 NOVEMBRE 2021 (LINK) e CONCESSIONI BALNEARI – COSA NE SARÀ DELLE COSTRUZIONI REALIZZATE DAI TITOLARI DELLE CONCESSIONI SUL FONDO DEMANIALE DOPO LA SCADENZA DEL 31.12.2023 (LINK) si rende opportuna una disamina del futuro, ancora incerto, in merito alla questione delle concessioni balneari a seguito dell’ultimo Consiglio dei Ministri in materia.

IL COMUNICATO STAMPA

Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri riunitosi martedì 15 febbraio 2022 così recita 

“Proposta emendativa al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469) in materia di concessioni demaniali marittime 

Il Consiglio dei ministri ha approvato l’emendamento al disegno di legge concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. 

La proposta di modifica mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore. 

Il testo prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. 

Per assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore, il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del Disegno di legge Concorrenza, decreti legislativi aventi la finalità di aprire il settore alla concorrenza, nel contempo tenendo in adeguata considerazione le peculiarità del settore.”

LA DECISIONE DEL GOVERNO 

Dal testo sopra riportato appare evidente che il Governo ha intenzione di determinare nei prossimi mesi le modalità di assegnazione delle Concessioni Balneari che saranno necessariamente oggetto di gare pubbliche entro e non oltre il 31 dicembre 2023.

Entro il primo giorno dell’anno 2024, le concessioni dovranno già essere assegnate ad un nuovo concessionario, sia esso un privato oppure la pubblica amministrazione.

Il governo, con un emendamento, ha previsto che il disegno di legge in materia di concorrenza preveda una delega allo stesso Esecutivo che dovrà provvedere, nel termine di 6 mesi, a disciplinare l’intera materia secondo le disposizioni comunitarie della Direttiva Bolkestein

LE NUOVE CONCESSIONI 

Il lavoro di riorganizzazione della disciplina in materia di concessioni balneari si prospetta arduo e complesso, a maggior ragione considerando le tempistiche estremamente ristrette.

Il governo italiano ha due obiettivi principali. 

Il primo, anche per le ragioni esposte negli articoli precedenti, deve necessariamente individuarsi nel garantire una maggiore concorrenza nell’ottenimento della concessione rispetto alla normativa sinora vigente.

Il secondo è far crescere la qualità delle spiagge e dei servizi. 

L’ottenimento delle concessioni, secondo i primi prospetti, sarà subordinato alla presentazione, da parte dell’interessato concessionario, che attesti le proprie intenzioni al miglioramento del servizio offerto.

LA TUTELA DEI CONCESSIONARI USCENTI

La situazione appare più complessa se la si inquadra dal punto di vista di chi, sino ad ora, ha investito risorse e lavoro nella valorizzazione della propria impresa nata grazie all’ottenimento della concessione. 

Quello che si chiedono molti: Gli attuali concessionari, se non otterranno nuovamente la concessione, verranno compensati?  

La domanda al momento è priva di una risposta certa. 

Il governo ben potrebbe prevedere un sistema di riconoscimento di avvio, di mantenimento o di valorizzazione dell’impresa sorta grazie alla concessione ma al momento nulla è stato precisato.

Di certo occorrerà distinguere tra compenso per l’avvio dell’attività indennizzo per l’espropriazione dei manufatti

Per quanto riguarda il primo aspetto appare prospettabile che il governo provveda, direttamente o indirettamente, alla predisposizione di misure compensative che ristorino, seppur in minima parte, gli sforzi sostenuti dagli imprenditori. 

Non si deve escludere tuttavia, che si renderà necessario il ricorso all’Autorità Giudiziaria per il soddisfacimento delle proprie ragioni. 

Diversamente, per quanto attiene il secondo aspetto (già illustrato al presente LINK) appare ora concreto ed attuale il pericolo attuale e concreto per i concessionari che hanno edificato manufatti (abitazione, strutture ricettive, bar, ristoranti, ecc…) di vedersi espropriati di tali edificazioni a favore dello stato. 

La giurisprudenza amministrativa, sul punto riteneva inammissibili i ricorsi volti a determinare l’ammontare degli indennizzi in quanto “… la devoluzione delle opere ex art. 49 del codice della navigazione e la questione del relativo compenso o rimborso al concessionario costituiscono ipotesi future e di incerta realizzazione, in quanto presuppongono la scadenza delle concessioni demaniali…” proseguendo “Pertanto, la lesione o il pregiudizio … è futuro ed eventuale, talché il ricorso va dichiarato inammissibile per carenza di quell’interesse certo, concreto e attuale che costituisce il necessario presupposto di ogni impugnativa” (TAR Toscana 28 ottobre 2020).

La situazione è oggi cambiata. La lesione dell’interesse oggi è attuale, concreto e certo.

LA TOSCANA

La Regione Toscana con la Legge Regionale n. 31 del 2016 ha provveduto a disciplinare, nell’ambito del proprio potere di competenza, la materia delle concessioni demaniali, in particolare per quanto riguarda le concessioni aventi una durata superiore a sei anni ed inferiore ad anni venti. 

La legge disponeva che la giunta regionale, con apposite linee guida determinasse l’apposita procedura per l’ottenimento delle concessioni.

Con l’allegato A l’organo regionale ha provveduto a tale incombente.

La procedura prevede la predisposizione e la presentazione alla Pubblica Amministrazione di un “atto formale”

Tale atto, altro non è che un’istanza che il concessionario doveva presentare per ottenere un nuovo e più esteso orizzonte temporale di scadenza della propria concessione balneare. 

Ciò veniva concesso solo in cambio dell’assunzione di un impegno volto a realizzare un adeguato piano di investimenti. 

L’atto formale richiede il necessario passaggio tramite procedura di evidenza pubblica.

Occorrerà valutare, all’esito della prossima riforma nazionale se gli effetti delle procedure già avviate verranno travolti oppure resteranno indenni. 

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